Ho denunciato all’autorità competente la gravissima situazione che si è creata sul ponte dell’Autostrada A2 Salerno-Reggio Calabria nel tratto che attraversa Archi in direzione Sud. Dopo aver effettuato il sopralluogo questa mattina, ho provveduto a denunciare il tutto con una segnalazione, rimane solo il riscontro da parte dell’ente. Rimane però di grave l’ostracismo anche da parte di chi dovrebbe controllare, quella pianta è lì da almeno 7 anni, come documentabile dall’immagine sottostante. Segno, questo, del disinteresse e dell’incuria da parte degli amministratori locali.
Spett.le ANAS Spa
Con la presente per segnalare la gravissima situazione sul ponte autostradale, ad Archi nel Comune di Reggio Calabria, della A2 Salerno-Reggio Calabria in direzione Sud. Si richiede un intervento urgente di sradicamento della pianta, ristrutturazione del tratto danneggiato per quanto riguarda questo lato del ponte; per quanto riguarda l’altro lato, dove il ramo spinge la condotta di canalizzazione (ultima foto), si richiede il taglio netto del ramo che è a contatto con l’infrastruttura e un controllo accurato di eventuali danneggiamenti e, in caso di riscontro positivo, ripristino e messa in sicurezza.
Come potete vedere dalla foto, tratta dal google maps, da ormai 7 anni, sul ponte del tratto summenzionato è sorta una pianta della specie Opuntia ficus-indica che ha insediato il proprio apparato radicale proprio sull’infrastruttura, causando il danneggiamento della stessa e la caduta, a ridosso della carreggiata sottostante, di calcinacci molto grandi.
Ad oggi, invece, la situazione è ben più grave e lo si vede chiaramente dalle foto che ho personalmente scattato proprio questa mattina:
Come vedete nei dettagli, l’apparato radicale della pianta ha frantumato e destabilizzato il bordo esterno del ponte. In quest’ultima immagine che segue, invece, c’è l’altra faccia del ponte, dove una ramo spinge verso su contro la condotta di canalizzazione del ponte:
Certo di aver fatto cosa utile, rimango in attesa di un vostro riscontro.
Cordialmente,
Luciano Surace